Re-innamorarsi della Moda. E della scrittura.
Ho cominciato il mio lavoro perché fin da piccola ho sempre avuto una -non sempre compresa– ossessione per la moda. Che poi moda…quando ero piccola significava vestiti, scarpe, ma soprattutto borse. Perché per la maggior parte di noi la moda è un’equivalenza, ed equivale a “roba da mettersi”.
Mi sono innamorata di questo mondo fin da piccola, e poi crescendo ho capito che la moda non è solo vestiti, non è solo borse, non è solo scarpe. Anche, ma non solo. Ho cominciato a leggere, a studiare, a capire. A capire che la moda è arte. È industria. È creatività. È tessuto produttivo. È cultura. È artigianato. Bellezza, pensiero, divertimento.
Anche se ci sembra che ormai la moda non abbia più senso, in questo iperbolico turbinio di collezioni che si susseguono ad un ritmo convulso settimana dopo settimana, condivisioni, social e che tutto passi solo da Instagram, il social per eccellenza dove la moda si vede, si consuma, si anticipa in maniera quasi allucinante. Mi sono disamorata di questo mondo, perché è un mondo difficile; me ne sono allontanata, amareggiata, avendo l’impressione che tutto sia solo e sempre “consumo“, e non reale apprezzamento, comprensione, riconoscimento.
Mi sono disamorata e poi mi sono innamorata di nuovo, perché è così che succede con i grandi amori. Puoi far finta di non pensarci, ma il loro pensiero è sempre chiuso lì, nelle segrete stanze del tuo cuore. E me ne sono ricordata di nuovo, di quanto amavo la Moda quella con la M maisucola, che è arte, stimolo, pensiero, divertimento, quando ho visto la sfilata di un marchio che non amo particolarmente, ma a cui devo riconoscere la capacità di accendere una luce, di far pensare, di andare oltre.
Devo riconoscere e attribuire il merito di questo ritorno a Gucci, e alla sua sfilata che per me è stata disturbante, come lo è l’arte contemporanea, che ti fa anche storcere il naso, ma ti fa PENSARE, perché quello è lo sforzo che richiede, uno sforzo di comprensione che va oltre il gusto personale. La capacità di sviluppare un pensiero critico, di ragionare.
I richiami al teatro, lo styling sorprendente, nel senso che sorprende per alcune scelte a tuo modo dio vedere assurde, audaci, ai limiti del buon gusto, in un’estetica che si muove tra arte e cultura pop.
Ma per me, oltre le borse e i vestiti – che continuerò a comprare, amare, cambiare – la moda è questo.
Sono tornata.