Curvy e plus size nella moda: ma quali sono le differenze?
Da quando Candice Huffine è salita alla ribalta per essere stata fotografata nel “calendario” per eccellenza, il calendario Pirelli, grazie alle sue forme morbide e inedite, l’attenzione al discorso curvy è sempre maggiore.
Un settore nella moda, quello curvy, che ha dei portabandiera molto forti, come Elena Mirò e Fiorella Rubino (solo per fare un paio di esempi italiani) che da decenni vestono le donne che molti marchi non vestono, quelle che magari non indossano taglie “standard” rispetto ai loro canoni.
Ma per capire bene che cosa significhi curvy, plus size, quali siano le differenze e quale l’approccio del mondo della moda a queste tematiche, sono -giustamente- ricorsa all’aiuto di tre note curvy blogger italiane, a cui ho fatto qualche domanda, Alessandra di Verdementa, Iris di Stylosophique e Giorgia di Morbida la vita.
“Penso che, al contrario del termine curvy, il termine plus size non definisca un tipo di fisico ma, semplicemente, una gamma di taglie” sintetizza Giorgia, a cui fanno da eco Iris “Personalmente aspetto ancora il momento in cui finalmente potremo fare a meno delle categorie che ci suddividono in base al fisico. Volendo restare all’interno di esse, trovo che ci sia differenza fra i due termini: per me, “curvy” é una definizione che va al di là della taglia e si sofferma più che altro su un tipo di conformazione fisica, cioè dotata di curve, e ciò può accadere sia su una taglia 40 che su una 48”. Alessandra sottolinea invece come “Curvy è un termine “carino” e “politically correct” utilizzato nei paesi anglosassoni, soprattutto USA e UK, per definire le blogger plus size, e di riflesso poi tutte le ragazze in carne. In Italia invece ha preso un’altra accezione, che a volte crea confusione. Qui da noi vengono chiamate curvy donne come Monica Bellucci o Sabrina Ferrilli, che sono formose ma di sicuro non sovrappeso. Personalmente, visto che utilizzare il termine curvy per indicare anche i fisici over generava sempre una sacco di polemiche, utilizzo il termine curvy per fisicità morbide che rientrano in una fascia di taglia indicativa tra la 46 e la 50, mentre per taglie superiori utilizzo il termine plus size”.
Secondo voi il termine curvy è abusato o usato in modo equivoco?
Alessandra sostiene che “sì, curvy è un termine abusato e a volte travisato. Per esempio, eleggere una Miss Italia Curvy che in pratica ha solo un po’ più seno e di cosce rispetto alle sue colleghe è un modo sbagliato di utilizzare il termine. Una ragazza magra ma con le tette non è curvy! Siccome il movimento curvy è diventato di tendenza, spesso questa etichetta viene sfruttata a sproposito solo per fare marketing.” Su questo aspetto è d’accordo anche Iris che focalizza l’attenzione anche su un altro aspetto “In un caso come quello citato da Alessandra, Miss Italia, viene mandato un messaggio totalmente sbagliato, l’esatto contrario dell’accettazione della diversità, un messaggio che ovviamente arriva, come un bombardamento, alla parte più “malleabile” dei telespettatori come le adolescenti con effetti devastanti”.
A cercare di portare un messaggio positivo, certamente opposto alla pratica del body shaming, ci pensano proprio spazi come i loro blog. Iris ha un blog che parla di stile personale e di ciò che ama e il centro del suo storytelling è proprio lei. “Ho la peculiarietà di avere questo fisico, che seguendo le categorie possiamo definire curvy. Ma non sono mai partita da come sono fatta per parlare del mio stile, le due cose convivono in maniera del tutto naturale perché si tratta di me e io sono fatta così. Più che altro cerco di spiegare quanto sia importate amarsi e fare passi in avanti, anche piccoli, verso l’accettazione di sè e questo non significa solo accettare e amare i proprio difetti ma anche lavorare su di sè per modificarli o “migliorarli” nel caso in cui ciò porti una maggiore felicità e serenità con se stessi”.
Il blog di Alessandra è un mix di outfit post e post in cui parla più in generale di tendenze e moda. “Ogni tanto mi piace inserire qualche post sull’autostima e la consapevolezza di sé e del proprio corpo. Il messaggio che voglio far passare è che il concetto di bellezza non è legato a un numero (la taglia sui vestiti o il peso sulla bilancia) ma piuttosto a un mix di benessere psicofisico e cura della propria persona. Credo che il mondo sia pronto a capire che si può essere belle in tanti modi diversi: come si riconosce la bellezza bionda e mora, bianca, gialla o nera, così deve essere anche per morbida e magra”.
“Nel mio lavoro come curvy blogger tendo a privilegiare due aspetti, secondo me fondamentali: l’utilità, segnalando alle mie lettrici i negozi in cui è possibile trovare capi moderni, sagomati e carini in taglie plus, e la consapevolezza” mi spiega Giorgia. “Ho notato che molte delle ragazze e donne che mi seguono mancano di autoindulgenza. Credo che smettere di ragionare in termini di difetti e, piuttosto, considerarle caratteristiche (non vale solo per il peso) sia il primo passo per acquisire consapevolezza di sé, volersi bene e rendere il rapporto con la propria immagine un gioco, in cui il fine ultimo sia arrivare a fare del proprio look una trasposizione fedele della propria personalità”.
Da un punto di vista della moda, come secondo te questo settore si rapporta a curvy e plus size? chiedo. Categorico il pensiero di Giorgia: “La moda non si rapporta a curvy e plus size. La moda non si rapporta, in realtà, a nessuno. Pensare che la moda nasca per rispondere a un bisogno, secondo me, porta completamente fuori strada. La moda lancia delle tendenze, è per me una forma d’arte da cui trarre ispirazione. Certe mode specializzate, come la moda curvy/plus size nascono, invece, per coniugare una forma d’arte a un’esigenza pratica. In questo senso, trovo che a volte i brand specializzati perdano il proprio focus: capita che certe collezioni puntino tutto sull’impatto estetico, senza tenere conto dell’aspetto pratico, della vestibilità; o, al contrario, a volte si punta tutto sulla vestibilità tralasciando quasi completamente il lato artistico o d’appeal”.
Iris punta l’attenzione sull’evoluzione del settore “In questo momento, più che qualche anno fa, c’è una grande attenzione alla tematica curvy e alcuni passi avanti verso la size diversity sono certamente stati fatti. Certo, in passerella ancora vediamo solo ragazze taglia zero ma, per esempio, per il Calendario Pirelli quest’anno poserà una curvy model (Candice Huffine, leggi qui l’intervista e l’articolo), ed è la prima volta nella storia quindi c’è decisamente nell’aria un cambiamento positivo”.
Continua Alessandra: “Diciamo che va sempre meglio, anche se c’è da fare ancora tanta strada. Ancora una volta il mercato anglosassone (o anche tedesco) ha molto da insegnarci: guardando sui siti online di questi paesi si vede una scelta di moda curvy / plus size molto più ampia e variegata, con linee davvero giovani, carine e alla moda che sono semplicemente il proseguimento delle taglie “regolari”, adattate alle proporzioni di chi ha pochi o molti chili in più. In Italia il panorama è molto più desolante e si trovano quasi solo abiti che più che vestire vogliono coprire e nascondere, o linee pensate per un target più avanti negli anni, quindi piuttosto classiche. È un vero peccato, considerato che il nostro è il Paese della moda e del design, no? Leggendo alcuni articoli di settore e parlando anche con i produttori di abbigliamento è emerso che spesso siamo proprio noi donne curvy e plus size a non osare e a comprare sempre le stesse cose per non uscire dalla nostra “comfort zone”, e forse in parte è vero. I blog servono anche a questo, per sperimentare e dimostrare che “anche le curvy possono!”.
Ma una ragazza/donna che segue il vostro blog cosa cerca? chiedo. “Ispirazione per i propri look” mette d’accordo sia Iris che Alessandra, che aggiunge “Forse da noi cercano anche un pizzico di coraggio”. Un pelo diverso il punto di vista di Giorgia, che sottolinea l’unicità di ogni blog e quindi anche della sua audience “Chi segue il mio blog si aspetta di trovare spunti di riflessione importanti, seppur affrontati con leggerezza/ironia. Mi piace l’idea che chi mi legge e segue sui social si senta a casa e che possa dire la sua; inoltre condanno, apertamente e senza lasciare spazio alle interpretazioni, quei commenti che esaltano le curve ai danni di chi le curve non le ha”.
E voi cosa ne pensate?
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